COMUNICATO
STAMPA DI GIORGIO IDV
“LUPI TRAVESTITI DA AGNELLI”
La
cosa più immonda che possa capitare è quando il carnefice tenta di trasformarsi
in vittima travisando i fatti e la realtà.
I
componenti del Consiglio di Amministrazione del CARMINELLO AD ARCO, che si sono
resi promotori dell’indecente ed illegittimo cambio di statuto per poter gestire
a vita i beni dell’Ente, oggi creano artatamente un equivoco sull’uso del
CHIOSTRO del CARMINELLO AD ARCO, andando dicendo a destra e manca che essendo
in stato di prorogazio non possono soddisfare i dettami dell’Ente e per
conseguenza non possono autorizzare l’uso del CHIOSTRO.
NIENTE DI PIÙ FALSO.
Lo
stato di prorogazio non gli ha mai impedito di trasformare dei locali ad uso
commerciale in sala mensa e cucina per i poveri, cosa NON riscontrabile tra le
finalità dell’Ente.
Lo
stato di prorogazio non gli ha impedito di fare dei lavori ai suddetti locali a
spese dell’Ente, per finalità non prevista dal BENEFATTORE.
Lo
stato di prorogazio non gli ha impedito di far usare i locali a patronati amici,
compagni e addirittura trasformati in deposito di mobili.
Lo
stato di prorogazio non gli ha impedito di declassare il valore dei locali
trasformandoli da locali commerciali in sala mensa e cucina.
Secondo
il loro attuale dire lo stato di prorogazio gli ha impedito l’unica cosa dovuta
è perseguibile quella di rispettare la volontà del BENEFATORE.
A
questa delirante affermazione aggiungono che per il loro stato di prorogazio
non possono autorizzare l’uso del CHIOSTRO.
Al
Sig. VIOLANTE che si vanta di non aver autorizzato l’uso del CHIOSTRO,
ricordiamo fu proprio lui in società con l’ex assessore MARRAZZO a trasformare
il CHIOSTRO in volgare suburra dove con la banale scusa di luogo di TOSELLO, fu
occasione per lucrare vendendo salsicce, carciofi e vino in abbondanza.
Non
dimentichiamo che fu pretesto anche di un balzello per l’uso dei cessi
biologici a 0,50 centesimi a persona.
A
riprova di tutto ciò va ricordata l’omelia del Prete Imprenditore DON FLAVIANO
DA SAN MARZANO, che per rifarsi la verginità e prendere le distanze da tale
squallida operazione, dal pulpito portò a conoscenza dei fedeli che il tutto
era avvenuto a sua insaputa e di non aver partecipato alle entrate e alle
uscite.
Il
richiamare oggi eventuale presenza di un commissario per rimuovere lo stato di
prorogazio ci insospettisce ed allarma.
In
particolare al VIOLANTE rammentiamo che quando il CHIOSTRO serviva alle sue
voglie, poteva trasformarsi in luogo di bivacco, mentre oggi, che forse era
stato richiesto da altri, si vanta di non averlo concesso come sito per un
profano TOSELLO.
Inoltre
diciamo che la venuta del commissario innanzitutto deve servire a riportare lo
statuto nel rispetto della legalità e delle regole volute dal BENEFATTORE,
eliminando le scandalose storture inserite con malizia per diventare, di fatto,
i padroni assoluti di un patrimonio pubblico.
LA LORO MESCHINITÀ NON HA LIMITI.
A
chi di dovere chiediamo di stare in allerta e controllare che la comunità non
venga scippata di quanto le spetta.
N.B: l’affermazione del prete
imprenditore, che senza rossore, dichiara che hanno attivato un legale per
difendere la loro scalata ai beni del CARMINELLO AD ARCO, ci pone una domanda,
a carico di chi sarà la parcella del legale?
Ci auguriamo che tale
spesa non debba pesare sulle casse dell’Ente ma abbiano avuto almeno l’onesta
di metterci del loro.
Pagani 13/04/2017
Vi chiedo la cortesia di diffondere e pubblicare grazie.
Alfonso Giorgio
COMPONENTE DELLA SEGRETERIA
IDV PAGANI