lunedì, agosto 04, 2014

ALFONSO GIORGIO: APPROVAZIONE VARIANTE URBANISTICA CONSORZIO FATME

APPROVAZIONE VARIANTE URBANISTICA CONSORZIO FATME
















Al Sindaco del Comune di Pagani

Agli Assessori Comunali


Ai Consiglieri Comunali


OGGETTO: Approvazione variante urbanistica CONSORZIO FATME

Il sottoscritto:

Giorgio Alfonso, nato a Nocera Inferiore (SA) il 03/03/1978, e residente a Pagani (SA) in via Filettine n. 35 pal. A1, in qualità di Cittadino di Pagani e quale componente del Partito dell’Italia dei Valori di Pagani.

L’operazione CONSORZIO FATME approda il 4 Agosto in Consiglio Comunale.
L'urgenza di sottoporre al Consiglio Comunale tale AFFAIRE non ci convince per niente.
Fin dall'inizio l'iter adottato è adombrato da forti dubbi rispetto alle NORME previste dalla LEGGE.
Per la qual cosa, affinché il Consiglio Comunale possa esprimersi in tutta coscienza e libertà, v'è bisogno che venga a conoscenza della cronologia storica DELL'AFFAIRE CONSORZIO FATME.
Tutto ciò è doveroso per evitare d’incappare in sanzioni per DANNI ERARIALI e in REATI PENALI.
Ai consiglieri Comunali tutti, in particolare ai giovani che siedono per la prima volta ed anche ai pochi attenti della passata amministrazione, preghiamo di valutare attentamente quanto s’invia:
DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N.214 DEL 10\12\2O1O AUTORIZZAZIONE ITER PROCEDURALE PER VARIANTE SEMPLIFICATA CONSORZIO FATME.
1.   Detta delibera pubblicata sul sito del Comune di Pagani non esiste, al suo posto troviamo la PROPOSTA N.240 DEL SETTORE U.O-S.U.A.P., istruita dal dipendente ARCH. GERARDO ZITO.
In essa è fatta l'iter cronologico della pratica.
Il 30\08\2010 il CONSORZIO FATME presenta istanza per interventi sul complesso industriale EX FATME.
Il 2\12\2010 presenta nuova istanza in cui richiede cose diverse dalla prima, lasciando alcuni interventi ed eliminando altri.
Il 7\12\2010 chiede l'archiviazione della richiesta fatta in data 30\8\2010.
Il giorno 8/12/2010 gli uffici comunali sono chiusi per festività religiosa.
Il giorno 9\12\2010 il tecnico istruttore della pratica, esprime parere di non conformità e diniego dell'intervento.
Lo stesso giorno 9\12\2010 il dipendente ARCH. GERARDO ZITO appronta la PROPOSTA N.240 del registro generale del settore U.O-S.U.A.P., riportando che la stessa ha ottenuto sia il parere favorevole di regolarità tecnica del capo settore, sia il parere favorevole di regolarità contabile del ragioniere capo.
1.   CONSIDERAZIONE: come mai il CONSORZIO FATME, non ha chiesto prima l'archiviazione dell'istanza fatta, il 30\08\02010 e poi presentare nuova istanza?
Tutto al più poteva farlo in contemporaneità, invece ha fatto un percorso al contrario, un comportamento anomalo di articolare tale percorso e tale procedura?
2.   CONSIDERAZIONE: il diniego e la non conformità lasciano dubbi se è riferito alla prima o seconda istanza.
3.   CONSIDERAZIONE: come sostiene il dipendente ARCH. GERARDO ZITO, il ricorso alla procedura ex art. 5 del DPR 447\98 è subordinato a particolari condizioni;
a)  Deve essere assunta quale ipotesi eccezionale e straordinaria, (l'istruttore non ha svolto una relazione sull’esistenza di eccezionalità e straordinarietà).
b)  Deve essere perseguita solo in caso di motivata coincidenza tra interesse dell'impresa e interesse pubblico, (l'istruttore non ha svolto una relazione se esiste coincidenza tra interesse dell'impresa e interesse pubblico).
c)  Va confrontata e valutata in relazione a tutti gli effetti che la modifica allo strumento urbanistico è destinata a produrre, (l'istruttore non ha dato nessuna indicazione in merito, pur essendo a conoscenza che per la zona P.I.P. del P.R.G. del Comune v'è un contenzioso enorme in atto).
4.   CONSIDERAZIONE: la PROPOSTA N.240 non si limita solo a quanto di competenza, bensì formula la delibera in tutta la sua completezza, suggerendo quanto fare alla GIUNTA.
Infatti, riporta testualmente la GIUNTA:
Letta e fatta propria la relazione predisposta dal funzionario istruttore;
Visti i pareri espressi;
A voti unanimi, espressi come per legge, di cui il Presidente proclama il risultato.
Delibera
1.    dare atto \ non dare atto ecc.
2.    Nel caso affermativo individuare ecc.
La dicitura riportata “nel caso affermativo” dimostra che la GIUNTA non ha ancora deliberato e resta un suggerimento di un terzo ARCH. GERARDO ZITO alla GIUNTA stessa.
3.    Subordinare l'avvio della procedura ecc.
Strano che viene suggerita tale prescrizione in quanto la stessa è parte integrante della delibera di Giunta Provinciale n. 365/2009 e che quindi doveva essere oggetto di attenzione e relazione da parte del FUNZIONARIO ISTRUTTORE.
4.    La GIUNTA integra la seguente prescrizione ecc.
L’istruttore deve limitarsi a presentare la relazione di sua competenza, invece diventa, di fatto, colui che ordina alla GIUNTA quella da inserire nel dispositivo da deliberare.
Si fa presente che il punto 4 è stato oggetto di opposizione al TAR da parte del CONSORZIO FATME, ad oggi a giochi quasi fatti a suo favore, sembra che faccia la grazia di ritirare il ricorso.
Era strumentale INSERIRE TALE PRESCRIZIONE? Che ha provocato ricorso?
5.   CONSIDERAZIONE: saremmo curiosi, inoltre di conoscere quando il ragioniere capo ha dato il suo parere contabile. Forse nello stesso momento, il giorno 9\12\2010, tutti gli uffici erano stati allertati per un unico impegno, preparare la delibera per il giorno dopo.
6.   CONSIDERAZIONE: la verifica predisposta dagli organi competenti, per il controllo dell’opificio EX FATME, a detta del comandante dei VV.UU. è stata eseguita non entrando nella struttura ma guardando solo gli esterni dello stabilimento.
Com’è concepibile fare dei sopralluoghi senza controllare i luoghi stessi. Forse si voleva evitare di appurare che già si erano fatti degli interventi non autorizzati e ci si trovavano di fronte a degli ABUSI EDILIZI? Cosa realmente accaduta.
Nel rispetto di quanto contenuto nell’invito pubblico dell’11/02/2013 di codesta Commissione Straordinaria:
OGGETTO: “VARIANTE URBANISTICA PER L’ATTIVAZIONE DEL PROGETTO DI RIATTIVAZIONE E RICONVERSIONE DEL COMPLESSO INDUSTRIALE CONSORZIO EX FATME”
prima di formulare le proprie osservazioni, si chiede alle SS.LL. di valutare con oculatezza:
1.   L’iter procedurale e gli atti esistenti alla finalizzazione della LOTTIZZAZIONE;
2.   Definizione concreta dell’interesse pubblico di detta LOTTIZZAZIONE è dimensionamento del carico urbanistico e degli STANDARDS relativi.
PROCEDURA:
La LOTTIZZAZIONE “EX FATME” in Z.T.O. “E” agricola era già avvenuta in epoca precedente con frazionamento dell’unico e originario stabilimento “EX FATME” in due opifici distinti.
LOTTIZZAZIONE concessa sempre ed esclusivamente per mantenimento occupazionale.
ULTERIORE LOTTIZZAZIONE:
La nuova proprietà motivava tale richiesta con la solita solfa (mantenimento occupazionale).
Essa ha presentato istanza di ulteriore frazionamento senza porsi il problema per un solo momento, dell’ulteriore carico urbanistico gravante sulla zona agricola in cui sorge il complesso industriale.
Tale operazione veniva, addirittura iniziata, attraverso presentazioni di diverse DIA, in cui il tecnico con improvvida dichiarazione, attestava la conformità urbanistica degli immobili oggetto d’intervento, tesa esclusivamente alla tutela dei soci del CONSORZIO FATME, già insediatisi all’interno della struttura, mentre era in atto la procedura dello sportello unico, tentando in modo subdolo di “sanare” una LOTTIZZAZIONE già effettuata in zona agricola.
In offesa alle attuali norme, si sta cercando di realizzare un’ulteriore LOTTIZZAZIONE, in Z.T.O. “E” agricola, là dove il frazionamento immobiliare degli opifici industriali non è consentito, in quanto essa comporta, inequivocabilmente un incremento di carico urbanistico dovuto ad un ipotetico, aumento di addetti, senza prevedere il corrispettivo incremento della dotazione di STANDARDS di riferimento di cui alla LEGGE 1444 del 1968.
Si puntualizza, che la DIA presentata in data 11/12/2009 dal Sig. Aumenta Pasquale, nella qualità di Amm.re della società IMMOBILIARE UNO SRL ed inerente ad un “intervento di manutenzione straordinaria al deposito del complesso industriale”, riceveva, da parte degli uffici competenti, “DIFFIDA AD INTRAPRENDERE LE OPERE”, in data 21/01/2010 per carenza di documentazione.
La stessa DIA veniva integrata in data 26/01/2010 e produceva i suoi effetti grazie alla mancata opposizione dell’ufficio competente che, di fatto, ha lasciato formalizzare il titolo abilitativo con il proprio silenzio.
Le successive DIA presentate in data (23/03/2010 e 13/05/2010) sono state tutte diffidate con motivazioni tecnico-urbanistiche all’inizio dei lavori.
Un successivo accertamento tecnico invece evidenziava L’ILLEGITTIMITÀ delle opere eseguite e di conseguenza la necessità di avviare l’azione in autotutela della DIA formalizzata a seguito del decorso dei 30gg dall’integrazione documentale, e contestualmente l’emissione dell’ordinanza di sospensione.
Ne consegue che se le opere abusive riscontrate nel verbale di accertamento dalla POLIZIA MUNICIPALE, siano state oggetto di ordinanza di ripristino dei luoghi e se fossero rappresentate nella planimetria della DIA dell’11/12/2009, la procedura che ha riportato, in tempi brevissimi, la pratica al riesame finale della famigerata CONFERENZA DEI SERVIZI, è totalmente “ILLEGGITTIMA”, per mancanza dell’atto di autotutela, che necessariamente doveva concretizzarsi prima dell’ordinanza.
Tutto l’iter procedurale scelto dai vari uffici comunali ci lascia pensierosi e diffidenti.
Sembra trovarsi, di fatto, di fronte al “TENTATIVO DI LEGITTIMARE UNA VOLGARE SPECULAZIONE” attraverso la formalizzazione di una variante urbanistica puntuale a “SANATORIA” di una LOTTIZZAZIONE nei fatti già avvenuta e accertata.
Si puntualizza, inoltre, che attualmente la zona P.I.P. a suo tempo era sequestrata dalla magistratura, oggi dissequestrata e ne consegue che gli insediamenti produttivi vanno collocati in tale aerea.
Inoltre si fa presente che attualmente il Comune di Pagani è privo di P.R.G., oggi convertito in PUC e manca il PUT e ciò rende ILLEGITTIMO e impossibile qualsivoglia decisione urbanistica.
Non ha meno importanza ricordare che a corredo della pratica non sono stati mai presentati i titoli di proprietà del terreno su cui insistono i capannoni.
Tale situazione è dovuta in quanto, forse, l’area è ancora di proprietà comunale.
SI CHIEDE
Al Consiglio Comunale di subordinare il rilascio delle autorizzazioni a una rigida convenzione che obblighi i richiedenti alla creazione dei già “SBANDIERATI 200 POSTI DI LAVORO” CHE RAPPRESENTANO IL PUBBLICO INTERESSE E NON ALLA RISIBILE CONTROPARTITA PROPOSTA DI 10.000 MQ DI TERRENO AGRICOLO E RELATIVA MONETIZZAZIONE.
Si deve sicuramente assicurare l’effettivo dimensionamento del carico urbanistico dell’intero complesso industriale (EX FATME) insistente in Z.T.O. (E) agricola del P.R.G. e la riserva delle aree su cui realizzare materialmente gli STANDARDS previsti dalla LEGGE 1444 del 1968;
È possibile ipotizzare contro partite utili per la comunità, come:
1.   La costruzione di n. 10 aule scolastiche, che almeno diventato patrimonio certo del Comune e sgraveranno di fitti passivi l’Ente, oppure, il polmone di verde esistente nella struttura diventa parco attrezzato e giochi per i bambini;
2.   Il parcheggio antistante ristrutturato con cancelli automatici e sbarra automatica;
3.   La portineria ristrutturata con spogliatoi e servizi igienici;
4.   Il dialogo e siamo aperti anche alla monetizzazione, basta cambiare il prezzo che è sbagliato e riscrivere la convenzione che quel verde non diventerà mai oggetto di SPECULAZIONE.
Tali richieste non sarebbero esorbitanti per i soggetti richiedenti in quanto a fronte dei loro impegni per l’acquisto di tutto l’opificio (12 MILIONI DI EURO) e del ricavo che otterranno per i benefici della LOTTIZZAZIONE di circa (18 milioni di euro), “sono le loro stime” sembra onesto e doveroso nei confronti della cittadinanza accettare tali richieste.
In quest’operazione bisogna capire che tipo di sviluppo si vuole dare al nostro Paese, QUELLO SPECULATIVO O QUELLO LAVORATIVO.
Le proposte presentate alla Commissione Straordinaria e messe agli atti sono due, QUELLA DELL’ING. ROMANO E QUELLA DEL SOTTOSCRITTO.
Due proposte importantissime per il bene collettivo e lavorativo del nostro Paese, poiché crediamo in questo progetto che si sta realizzando.
Ci sorgono dei dubbi, SBAGLIARE È UMANO PERSEVERARE È DIABOLICO.
È mai possibile che due proposte interessanti siano buttate nel WATER e sostituite con proposte oscene come quella della monetizzazione e altre scelleratezze.
È mai possibile che la Commissione Straordinaria e il Dirigente abbiano avuto il coraggio di firmare questa proposta indegna, a noi sorgono dei dubbi e ci domandiamo:
Questo Dirigente lavora per il Comune? O per i privati?
Se lavora per il Comune, ci deve spiegare perché non fa l’interesse pubblico?
Se lavora per i privati, chiediamo, che sia allontanato dagli uffici pubblici immediatamente perché non fa gli interessi pubblici ma guarda solo a quelli privati.
Per ultimo, non pettegolezzi ma delle domande che richiedono risposte serie:
Perché il Commissario CARLI non ha voluto firmare la sciagurata proposta ipotizzata dalla Commissione Straordinaria? Qualcuno se la pone questa domanda? Perché il tutto è stato deciso a notte fonda nel mese di MAGGIO e dopo svariati contatti con il dirigente ARCH. GERARDO ZITO?
Speriamo che VOI amministratori sarete tanto coraggiosi da confrontarvi per il bene di una PAGANI LAVORATIVA e non SPECULATIVA.
Si potrebbe cominciare a discutere da subito solo alla presenza di una rigida convenzione, che obblighi i richiedenti alla creazione dei GIÀ SBANDIERATI 200 POSTI DI LAVORATORI PAGANESI (PUBBLICO INTERESSE) e non alla risibile contropartita di mq. 10.000 di terreno agricolo o relativa monetizzazione.
In questo modo andrebbero ricollocati, a lavoro tutto il personale che dovrà essere licenziato per la fallita MULTISERVICE.
Ci auguriamo che il confronto in Consiglio Comunale vada nel senso della pagani lavorativa e non per quella speculativa.
Nel caso contrario TRADIRETE i Cittadini e il Paese intero.

ALLEGO COMUNICATO STAMPA DEL 5/7/2014

Pagani li, 04/08/2014