Agli Assessori Comunali
Ai Consiglieri Comunali
OGGETTO:
Approvazione variante urbanistica CONSORZIO FATME
Il sottoscritto:
Giorgio Alfonso, nato a Nocera Inferiore (SA) il 03/03/1978, e residente a Pagani
(SA) in via Filettine n. 35 pal. A1, in qualità di Cittadino di Pagani e quale
componente del Partito dell’Italia dei Valori di Pagani.
L’operazione
CONSORZIO FATME approda il 4 Agosto in Consiglio Comunale.
L'urgenza
di sottoporre al Consiglio Comunale tale AFFAIRE non ci convince per niente.
Fin
dall'inizio l'iter adottato è adombrato da forti dubbi rispetto alle NORME
previste dalla LEGGE.
Per
la qual cosa, affinché il Consiglio Comunale possa esprimersi in tutta
coscienza e libertà, v'è bisogno che venga a conoscenza della cronologia
storica DELL'AFFAIRE CONSORZIO FATME.
Tutto
ciò è doveroso per evitare d’incappare in sanzioni per DANNI ERARIALI e in REATI
PENALI.
Ai
consiglieri Comunali tutti, in particolare ai giovani che siedono per la prima
volta ed anche ai pochi attenti della passata amministrazione, preghiamo di
valutare attentamente quanto s’invia:
DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N.214 DEL
10\12\2O1O AUTORIZZAZIONE ITER PROCEDURALE PER VARIANTE SEMPLIFICATA CONSORZIO
FATME.
1.
Detta delibera pubblicata sul sito del
Comune di Pagani non esiste, al suo posto troviamo la PROPOSTA N.240 DEL
SETTORE U.O-S.U.A.P., istruita dal dipendente ARCH. GERARDO ZITO.
In
essa è fatta l'iter cronologico della pratica.
Il
30\08\2010 il CONSORZIO FATME presenta istanza per interventi sul complesso
industriale EX FATME.
Il
2\12\2010 presenta nuova istanza in cui richiede cose diverse dalla prima,
lasciando alcuni interventi ed eliminando altri.
Il
7\12\2010 chiede l'archiviazione della richiesta fatta in data 30\8\2010.
Il
giorno 8/12/2010 gli uffici comunali sono chiusi per festività religiosa.
Il
giorno 9\12\2010 il tecnico istruttore della pratica, esprime parere di non
conformità e diniego dell'intervento.
Lo
stesso giorno 9\12\2010 il dipendente ARCH. GERARDO ZITO appronta la PROPOSTA
N.240 del registro generale del settore U.O-S.U.A.P., riportando che la stessa
ha ottenuto sia il parere favorevole di regolarità tecnica del capo settore,
sia il parere favorevole di regolarità contabile del ragioniere capo.
1.
CONSIDERAZIONE: come mai il CONSORZIO
FATME, non ha chiesto prima l'archiviazione dell'istanza fatta, il 30\08\02010
e poi presentare nuova istanza?
Tutto al più poteva
farlo in contemporaneità, invece ha fatto un percorso al contrario, un
comportamento anomalo di articolare tale percorso e tale procedura?
2.
CONSIDERAZIONE: il diniego e la non
conformità lasciano dubbi se è riferito alla prima o seconda istanza.
3.
CONSIDERAZIONE: come sostiene il
dipendente ARCH. GERARDO ZITO, il ricorso alla procedura ex art. 5 del DPR
447\98 è subordinato a particolari condizioni;
a)
Deve essere assunta quale ipotesi
eccezionale e straordinaria, (l'istruttore non ha svolto una relazione sull’esistenza
di eccezionalità e straordinarietà).
b)
Deve essere perseguita solo in caso di
motivata coincidenza tra interesse dell'impresa e interesse pubblico,
(l'istruttore non ha svolto una relazione se esiste coincidenza tra interesse
dell'impresa e interesse pubblico).
c)
Va confrontata e valutata in relazione
a tutti gli effetti che la modifica allo strumento urbanistico è destinata a
produrre, (l'istruttore non ha dato nessuna indicazione in merito, pur essendo
a conoscenza che per la zona P.I.P. del P.R.G. del Comune v'è un contenzioso
enorme in atto).
4.
CONSIDERAZIONE: la PROPOSTA N.240 non
si limita solo a quanto di competenza, bensì formula la delibera in tutta la
sua completezza, suggerendo quanto fare alla GIUNTA.
Infatti, riporta testualmente la GIUNTA:
Letta
e fatta propria la relazione predisposta dal funzionario istruttore;
Visti
i pareri espressi;
A
voti unanimi, espressi come per legge, di cui il Presidente proclama il
risultato.
Delibera
1. dare atto \ non dare atto ecc.
2.
Nel caso affermativo individuare ecc.
La dicitura riportata
“nel caso affermativo” dimostra che la GIUNTA non ha ancora deliberato e resta un
suggerimento di un terzo ARCH. GERARDO ZITO alla GIUNTA stessa.
3.
Subordinare l'avvio della procedura ecc.
Strano che viene
suggerita tale prescrizione in quanto la stessa è parte integrante della
delibera di Giunta Provinciale n. 365/2009 e che quindi doveva essere oggetto
di attenzione e relazione da parte del FUNZIONARIO ISTRUTTORE.
4.
La GIUNTA integra la seguente prescrizione
ecc.
L’istruttore deve
limitarsi a presentare la relazione di sua competenza, invece diventa, di
fatto, colui che ordina alla GIUNTA quella da inserire nel dispositivo da
deliberare.
Si fa presente che il
punto 4 è stato oggetto di opposizione al TAR da parte del CONSORZIO FATME, ad
oggi a giochi quasi fatti a suo favore, sembra che faccia la grazia di ritirare
il ricorso.
Era
strumentale INSERIRE TALE PRESCRIZIONE? Che ha provocato ricorso?
5.
CONSIDERAZIONE: saremmo curiosi,
inoltre di conoscere quando il ragioniere capo ha dato il suo parere contabile.
Forse nello stesso momento, il giorno 9\12\2010, tutti gli uffici erano stati
allertati per un unico impegno, preparare la delibera per il giorno dopo.
6.
CONSIDERAZIONE: la verifica
predisposta dagli organi competenti, per il controllo dell’opificio EX FATME, a
detta del comandante dei VV.UU. è stata eseguita non entrando nella struttura
ma guardando solo gli esterni dello stabilimento.
Com’è concepibile fare
dei sopralluoghi senza controllare i luoghi stessi. Forse si voleva evitare di
appurare che già si erano fatti degli interventi non autorizzati e ci si
trovavano di fronte a degli ABUSI EDILIZI? Cosa realmente accaduta.
Nel
rispetto di quanto contenuto nell’invito pubblico dell’11/02/2013 di codesta
Commissione Straordinaria:
OGGETTO:
“VARIANTE URBANISTICA PER L’ATTIVAZIONE DEL PROGETTO DI RIATTIVAZIONE E
RICONVERSIONE DEL COMPLESSO INDUSTRIALE CONSORZIO EX FATME”
prima
di formulare le proprie osservazioni, si chiede alle SS.LL. di valutare con
oculatezza:
1.
L’iter procedurale e gli atti
esistenti alla finalizzazione della LOTTIZZAZIONE;
2.
Definizione concreta dell’interesse
pubblico di detta LOTTIZZAZIONE è dimensionamento del carico urbanistico e
degli STANDARDS relativi.
PROCEDURA:
La
LOTTIZZAZIONE “EX FATME” in Z.T.O. “E” agricola era già avvenuta in epoca
precedente con frazionamento dell’unico e originario stabilimento “EX FATME” in
due opifici distinti.
LOTTIZZAZIONE
concessa sempre ed esclusivamente per mantenimento occupazionale.
ULTERIORE LOTTIZZAZIONE:
La
nuova proprietà motivava tale richiesta con la solita solfa (mantenimento
occupazionale).
Essa
ha presentato istanza di ulteriore frazionamento senza porsi il problema per un
solo momento, dell’ulteriore carico urbanistico gravante sulla zona agricola in
cui sorge il complesso industriale.
Tale
operazione veniva, addirittura iniziata, attraverso presentazioni di diverse
DIA, in cui il tecnico con improvvida dichiarazione, attestava la conformità
urbanistica degli immobili oggetto d’intervento, tesa esclusivamente alla
tutela dei soci del CONSORZIO FATME, già insediatisi all’interno della
struttura, mentre era in atto la procedura dello sportello unico, tentando in
modo subdolo di “sanare” una LOTTIZZAZIONE già effettuata in zona
agricola.
In
offesa alle attuali norme, si sta cercando di realizzare un’ulteriore
LOTTIZZAZIONE, in Z.T.O. “E” agricola, là dove il frazionamento immobiliare
degli opifici industriali non è consentito, in quanto essa comporta,
inequivocabilmente un incremento di carico urbanistico dovuto ad un ipotetico,
aumento di addetti, senza prevedere il corrispettivo incremento della dotazione
di STANDARDS di riferimento di cui alla LEGGE 1444 del 1968.
Si
puntualizza, che la DIA presentata in data 11/12/2009 dal Sig. Aumenta
Pasquale, nella qualità di Amm.re della società IMMOBILIARE UNO SRL ed inerente
ad un “intervento di manutenzione straordinaria al deposito del complesso
industriale”, riceveva, da parte degli uffici competenti, “DIFFIDA AD
INTRAPRENDERE LE OPERE”, in data 21/01/2010 per carenza di documentazione.
La
stessa DIA veniva integrata in data 26/01/2010 e produceva i suoi effetti
grazie alla mancata opposizione dell’ufficio competente che, di fatto, ha
lasciato formalizzare il titolo abilitativo con il proprio silenzio.
Le
successive DIA presentate in data (23/03/2010 e 13/05/2010) sono state tutte
diffidate con motivazioni tecnico-urbanistiche all’inizio dei lavori.
Un
successivo accertamento tecnico invece evidenziava L’ILLEGITTIMITÀ delle opere
eseguite e di conseguenza la necessità di avviare l’azione in autotutela della
DIA formalizzata a seguito del decorso dei 30gg dall’integrazione documentale,
e contestualmente l’emissione dell’ordinanza di sospensione.
Ne
consegue che se le opere abusive riscontrate nel verbale di accertamento dalla POLIZIA
MUNICIPALE, siano state oggetto di ordinanza di ripristino dei luoghi e se
fossero rappresentate nella planimetria della DIA dell’11/12/2009, la procedura
che ha riportato, in tempi brevissimi, la pratica al riesame finale della
famigerata CONFERENZA DEI SERVIZI, è totalmente “ILLEGGITTIMA”, per
mancanza dell’atto di autotutela, che necessariamente doveva concretizzarsi
prima dell’ordinanza.
Tutto
l’iter procedurale scelto dai vari uffici comunali ci lascia pensierosi e
diffidenti.
Sembra
trovarsi, di fatto, di fronte al “TENTATIVO DI LEGITTIMARE UNA VOLGARE
SPECULAZIONE” attraverso la formalizzazione di una variante urbanistica
puntuale a “SANATORIA” di una LOTTIZZAZIONE nei fatti già avvenuta e
accertata.
Si
puntualizza, inoltre, che attualmente la zona P.I.P. a suo tempo era
sequestrata dalla magistratura, oggi dissequestrata e ne consegue che gli
insediamenti produttivi vanno collocati in tale aerea.
Inoltre
si fa presente che attualmente il Comune di Pagani è privo di P.R.G., oggi convertito
in PUC e manca il PUT e ciò rende ILLEGITTIMO e impossibile qualsivoglia
decisione urbanistica.
Non
ha meno importanza ricordare che a corredo della pratica non sono stati mai
presentati i titoli di proprietà del terreno su cui insistono i capannoni.
Tale
situazione è dovuta in quanto, forse, l’area è ancora di proprietà comunale.
SI CHIEDE
Al
Consiglio Comunale di subordinare il rilascio delle autorizzazioni a una rigida
convenzione che obblighi i richiedenti alla creazione dei già “SBANDIERATI
200 POSTI DI LAVORO” CHE RAPPRESENTANO IL PUBBLICO INTERESSE E NON ALLA
RISIBILE CONTROPARTITA PROPOSTA DI 10.000 MQ DI TERRENO AGRICOLO E RELATIVA
MONETIZZAZIONE.
Si
deve sicuramente assicurare l’effettivo dimensionamento del carico urbanistico
dell’intero complesso industriale (EX FATME) insistente in Z.T.O. (E) agricola
del P.R.G. e la riserva delle aree su cui realizzare materialmente gli
STANDARDS previsti dalla LEGGE 1444 del 1968;
È
possibile ipotizzare contro partite utili per la comunità, come:
1.
La costruzione di n. 10 aule
scolastiche, che almeno diventato patrimonio certo del Comune e sgraveranno di
fitti passivi l’Ente, oppure, il polmone di verde esistente nella struttura
diventa parco attrezzato e giochi per i bambini;
2.
Il parcheggio antistante ristrutturato
con cancelli automatici e sbarra automatica;
3.
La portineria ristrutturata con
spogliatoi e servizi igienici;
4.
Il dialogo e siamo aperti anche alla
monetizzazione, basta cambiare il prezzo che è sbagliato e riscrivere la
convenzione che quel verde non diventerà mai oggetto di SPECULAZIONE.
Tali
richieste non sarebbero esorbitanti per i soggetti richiedenti in quanto a
fronte dei loro impegni per l’acquisto di tutto l’opificio (12 MILIONI DI EURO)
e del ricavo che otterranno per i benefici della LOTTIZZAZIONE di circa (18
milioni di euro), “sono le loro stime” sembra onesto e doveroso nei
confronti della cittadinanza accettare tali richieste.
In
quest’operazione bisogna capire che tipo di sviluppo si vuole dare al nostro Paese,
QUELLO SPECULATIVO O QUELLO LAVORATIVO.
Le
proposte presentate alla Commissione Straordinaria e messe agli atti sono due, QUELLA
DELL’ING. ROMANO E QUELLA DEL SOTTOSCRITTO.
Due
proposte importantissime per il bene collettivo e lavorativo del nostro Paese, poiché
crediamo in questo progetto che si sta realizzando.
Ci
sorgono dei dubbi, SBAGLIARE È UMANO PERSEVERARE È DIABOLICO.
È
mai possibile che due proposte interessanti siano buttate nel WATER e sostituite
con proposte oscene come quella della monetizzazione e altre scelleratezze.
È
mai possibile che la Commissione Straordinaria e il Dirigente abbiano avuto il
coraggio di firmare questa proposta indegna, a noi sorgono dei dubbi e ci
domandiamo:
Questo
Dirigente lavora per il Comune? O per i privati?
Se
lavora per il Comune, ci deve spiegare perché non fa l’interesse pubblico?
Se
lavora per i privati, chiediamo, che sia allontanato dagli uffici pubblici immediatamente
perché non fa gli interessi pubblici ma guarda solo a quelli privati.
Per ultimo, non
pettegolezzi ma delle domande che richiedono risposte serie:
Perché
il Commissario CARLI non ha voluto firmare la sciagurata proposta ipotizzata
dalla Commissione Straordinaria? Qualcuno se la pone questa domanda? Perché il
tutto è stato deciso a notte fonda nel mese di MAGGIO e dopo svariati contatti
con il dirigente ARCH. GERARDO ZITO?
Speriamo
che VOI amministratori sarete tanto coraggiosi da confrontarvi per il bene di
una PAGANI LAVORATIVA e non SPECULATIVA.
Si
potrebbe cominciare a discutere da subito solo alla presenza di una rigida
convenzione, che obblighi i richiedenti alla creazione dei GIÀ SBANDIERATI 200
POSTI DI LAVORATORI PAGANESI (PUBBLICO INTERESSE) e non alla risibile
contropartita di mq. 10.000 di terreno agricolo o relativa monetizzazione.
In
questo modo andrebbero ricollocati, a lavoro tutto il personale che dovrà
essere licenziato per la fallita MULTISERVICE.
Ci
auguriamo che il confronto in Consiglio Comunale vada nel senso della pagani
lavorativa e non per quella speculativa.
Nel
caso contrario TRADIRETE i Cittadini e il Paese intero.
ALLEGO
COMUNICATO STAMPA DEL 5/7/2014
Pagani
li, 04/08/2014